Il turista che, forse indugiando, ha risalito la ripida via di Gracciano nel Corso, prima di giungere in piazza delle Erbe, si trova di fronte alla Porta della Càvina.
La porta, risalente al 1157, era l'ingresso principale al Colle Poliziano nella seconda cerchia muraria. Successivamente denominata "arco" quando, Papa Adriano, provvide ad ampliare le mura di Montepulciano con una terza cerchia, quella che delimita attualmente la Città. Alla sua base (entrando, sulla destra), i locali dove alloggiavano le guardie della città e dove venivano pagate le gabelle d'ingresso, un ambiente rimasto inalterato nei secoli con le sue particolari volte e curiosi intrecci di archi.
Su una parete, insieme ad una nicchia, un profondo pozzo di raccolta d'acqua piovana il cui bordo è segnato da profondi solchi provocati dal continuo scorrimento della catena per attingere l'acqua.
Continuando a scendere in questo singolare ambiente, troviamo testimonianze di civiltà ancora più remote, infatti l'intero palazzo è stato costruito su due antiche Tombe Etrusche risalenti al quinto secolo avanti Cristo, forse appartenute ad una
famiglia 'Càvina' da cui deriverebbe il nome della porta.
Un suggestivo tunnel scavato nel tufo che scende in profondità per trentadue gradini, porta alla camera mortuaria scavata anch'essa nel tufo, con la tipica forma a capanna rettangolare e con tetto spiovente.
Sulla parete di fondo è visibile un'arcata con sotto un altare dove probabilmente era custodita l'urna delle ceneri del capofamiglia, sulle pareti di lato vi sono sei nicchie dentro le quali venivano appoggiate le suppellettili o le urne dei familiari.
L'intero ambiente doveva essere intonacato ed affrescato come dimostrerebbero le fitte scalpellinature e residui di intonaco. Più piccola della precedente, la seconda tomba (di minore importanza perché utilizzata e modificata nei secoli successivi), si trova sulla destra dell'ingresso in posizione trasversale rispetto all'altra; probabilmente era la tomba della servitù che vi aveva costruito la sua ultima dimora per fedeltà nei confronti dei padroni come se li dovesse proteggere anche nell'altra vita.
Storico negozio di Montepulciano, nasce nell'800 come "Antica CUOIERIA MAZZOLAI" rivendita all'ingrosso e al dettaglio di cuoio, pelletteria e articoli per calzolai. Dal 1 maggio 1961 lo storico negozio viene acquistato da Bernardini Beppino soprannominato STAMPISSE per il lavoro svolto fino ad allora, primo operaio della Prefabbricati Peruzzi responsabile alla realizzazione degli STAMPI dove venivano costruite le capriate di cemento armato.
Dal 1989 Bernardini Beppino e il figlio Franco hanno trasformato l'antico negozio seguendo le esigenze e le tendenze del mercato che è notevolmente mutato, mettendo sempre al primo posto la qualità dei prodotti venduti, la soddisfazione dei propri clienti, garanzia ed assistenza post vendita.
A 50 anni di attività la STAMPISSE S.a.s. propone i suoi articoli nei 4 punti vendita:
ANTICA CUOIERIA
(in negozio storico) in Via di Gracciano nel Corso n. 7 a Montepulciano
- la più fornita Coltelleria della provincia (CONSIGLI, SALADINI, LAGUIOLE EN AUBRAC, VICTORINOX, KYOCERA, BOKER ecc sono le aziende più importanti)
- articoli per la pulizia della casa MADRAS, NUNCAS, SARATOGA
- articoli per tappezzeria come gomma-piuma e lana sintetica
- cuoio e accessori per calzature di qualità
PORTA della CAVINA
Via di Gracciano nel Corso n. 1/3 a Montepulciano dal 1990
- Profumi per la casa MILLEFIORI MILANO, ESTEBAN, PROFUMI DI TOSCANA
In una cornice unica e suggestiva, il turista che ha risalito la ripida via di Gracciano nel Corso, prima di giungere in piazza delle Erbe, si trova di fronte la Porta della Cavìna: risalente al 1157, tale porta costituiva l'ingresso principale al Colle Poliziano nella seconda cerchia muraria.
Entrando, sulla destra, si trovano i locali dove alloggiavano le guardie della città e dove venivano pagate le gabelle d'ingresso, un ambiente rimasto inalterato nei secoli con le proprie particolari volte e curiosi intrecci di archi.
Su una parete, insieme ad una nicchia, vi è un profondo pozzo di raccolta d'acqua piovana il cui bordo è segnato da solchi provocati dal continuo scorrimento della catena usata per attingere all'acqua.
Continuando a scendere in questo singolare ambiente, troviamo testimonianze di civiltà ancora più remote: infatti, l'intero palazzo è stato costruito su due antiche Tombe Etrusche risalenti al V sec. a.C., forse appartenute alla famiglia 'Càvinas' da cui deriverebbe il nome della porta. Un suggestivo tunnel scavato nel tufo che scende in profondità per trentadue gradini porta alla camera mortuaria scavata anch'essa nel tufo, che presenta la tipica forma a capanna rettangolare e con tetto spiovente.
Sulla parete di fondo è visibile un'arcata con un altare sottostante dove probabilmente era custodita l'urna delle ceneri del capofamiglia, mentre sulle pareti di lato vi sono sei nicchie dentro le quali venivano appoggiate le suppellettili o le urne dei familiari.
Più piccola della precedente, la seconda tomba, di minore importanza perché utilizzata nei secoli successivi, si trova in posizione trasversale rispetto all'altra; era probabilmente la tomba della servitù che vi avrebbe costruito la propria ultima dimora per fedeltà nei confronti dei padroni, in modo tale da poterli proteggere anche nell'aldilà.
PORTA della CAVINA "Palazzo Ammannati"
in Piazza PIO II a Pienza
Nell’antico Palazzo Ammannati, fatto costruire dal Cardinale Gerolamo Ammannati di Pavia, prediletto di Pio II, unico negozio che si affaccia sulla bellissima Piazza Pio II